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Associazione Culturale San Donato in Avane
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Avane è un nome che di per sé evoca la storia…. una lontana storia. Secondo gli studiosi di toponomastica si riferirebbe al clan Etrusco degli Avenal - Avanal una stirpe familiare che forse possedeva qui un pezzo di terra e magari, ogni tanto, per ingraziarsi gli dei, usava recarsi al santuario di Cetamura, non molto lontano da casa, sulle alture del Chianti.
Certo, le tracce di quest'epoca sono evanescenti ed è l'immaginazione a darci una mano per ricostruire lo scenario; più evidenti sono invece nel territorio - o almeno lo sono state fino a qualche decennio fa - quelle di un'era precedente la storia umana, che affonda le radici nel ”Pliocene medio”, tra i 2,5 e i 2 milioni di anni fa, quando nel fondo di un lago, poi prosciugatosi, vennero man mano a depositarsi quei giacimenti vegetali che si sarebbero col tempo trasformati in lignite……
Antico borgo tra Gaville e Meleto, San Donato in Avane non esiste più: tra anni Settanta e Ottanta del Novecento la coltivazione a cielo aperto della lignite ne cancellò chiesa, case e campi. Oggi il paesaggio è fatto di bacini artificiali, piste bianche e segni dell’area mineraria; persino sulle mappe moderne il toponimo è sfuggente.
Le sue origini sono però molto più antiche. In mezza costa passava la Cassia Adrianea, direttrice romana che da Gaville valicava verso il Chianti. Nelle vicinanze sorgeva Tassinaia, casa nobile collegata alla famiglia omonima: tra i suoi membri si ricorda ser Ristoro, promotore a fine Trecento del grande spedale di Figline dedicato alla Vergine, testimonianza del legame tra queste colline e la città.
In età medievale San Donato con la sua chiesa faceva parte della Lega d’Avane, sistema amministrativo fiorentino che riuniva le parrocchie di zona (San Donato, Lucolena, Gaville, Meleto, San Michele al Colle, Castelnuovo, Pianfranzese). Il catasto del 1427 descrive una popolazione diffusa e povera: oltre il 60% delle famiglie era indigente, con indici diversi tra collina e fondovalle; intanto l’appoderamento da parte di proprietari fiorentini avanzava a ritmi differenti nelle varie parrocchie.
Accanto alla chiesa (una navata, tre altari dedicati a San Donato, alla Madonna e a Sant’Antonio) operavano la Compagnia del Santissimo Sacramento e uno dei più antichi spedali degli Innocenti del Valdarno (citato dal 1102, più volte visitato tra Quattro e Cinquecento e soppresso nel 1751): ricovero di poveri e viandanti lungo le vie di crinale.
Tra Cinque e Seicento San Donato passò sotto la podesteria di Figline. Nell’Ottocento, secondo il Repetti (1845), il borgo contava 265 abitanti nel territorio figlinese e 23 in quello di Cavriglia. Dal 1956 lo “tsunami” della miniera a cielo aperto trasformò definitivamente il paesaggio: a metà anni Ottanta del paese restavano appena ruderi, mentre i nastri trasportatori portavano la lignite alla centrale.
1102 – Attestato lo spedale degli Innocenti presso San Donato.
1260 – La chiesa contribuisce con grano alla guerra fiorentina; compare poi nelle decime (1274–80; 1302–03).
Fine Trecento–inizi Quattrocento – Ser Ristoro di Tassinaia fonda lo spedale maggiore di Figline.
XII–XV sec. – San Donato nella Lega d’Avane; forti indici di povertà nel catasto 1427.
Metà ’500 – Passaggio sotto Figline; il capoluogo della Lega diventa Montegonzi.
1751 – Soppressione dello spedale locale.
1845 – Repetti censisce 288 abitanti complessivi.
1956–anni ’80 – Escavazioni a cielo aperto della lignite; il borgo scompare.
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